La società di trading QCP Capital, con sede a Singapore, ha avviato la sua nota di lunedì con una valutazione diretta: "Le volatilità implicite continuano a subire pressioni, con il BTC bloccato in un intervallo ristretto mentre si avvicina l'estate." Secondo quanto riportato dall'azienda, il mercato si sta avviando verso la stagione delle festività nell'emisfero settentrionale, seguendo una dinamica simile a quella dell'anno scorso, quando la volatilità a un mese si è ridotta drasticamente da 80 a meno di 40 in luglio, mentre il prezzo spot non è riuscito a superare in modo decisivo la soglia dei 70.000 dollari. Quest'anno, tuttavia, si nota un nuovo plateau più elevato: il BTC è rimasto tra 100.000 e 110.000 dollari per gran parte delle ultime tre settimane.
La calma si riflette anche oltre gli schermi delle opzioni di Deribit. L'indice DVOL di Deribit, che monitora la volatilità implicita a 30 giorni, si attesta poco sopra 40, uno dei valori più bassi degli ultimi due anni. La volatilità realizzata è ancora più tranquilla, per cui anche i minimi annuali delle volatilità implicite sembrano "otticamente ricchi", sostiene QCP. Questa discrepanza di valutazione ha spinto i trader a vendere gamma: l'interesse aperto perpetuo è diminuito e il trade preferito dai fondi hedge—long spot attraverso i nuovi ETF e short futures—si è disciolto, portando via quella che QCP definisce "l'offerta naturale di volatilità" dal mercato.
I flussi nel mercato delle opzioni quotate confermano il malessere. I dealer segnalano che le scadenze di luglio per i colpi rialzisti intorno ai 130.000 e 140.000 dollari vengono rinviate a settembre "in dimensioni significative", spostando di fatto le tempistiche rialziste più in là. Nel frattempo, la skew delle put di Deribit si è appiattita poiché le coperture a breve termine scadono senza valore, una dinamica che spesso precede un movimento direzionale quando giungono i catalizzatori macroeconomici.
Questa settimana potrebbe rompere la stagnazione del Bitcoin. I catalizzatori si avvicinano in modo inquietante. Mercoledì, il Bureau of Labor Statistics pubblicherà i dati sui prezzi al consumo di maggio. Il CPI di aprile è aumentato moderatamente dello 0,2% mese su mese e del 2,3% anno su anno, mentre i prezzi core sono avanzati dello 0,2% mensile e del 2,8% annuale. Gli economisti prevedono un'accelerazione del CPI a 0,3% mese su mese e 2,5% anno su anno, con il CPI core visto in aumento a 0,3% e 2,9% rispettivamente. I prezzi alla produzione seguiranno giovedì: il PPI di aprile è sceso dello 0,5% mese su mese, ma ha comunque registrato un incremento del 2,4% anno su anno. Il consenso prevede un rimbalzo del PPI di maggio dello 0,2%, mantenendo il tasso annuale vicino al 2,4%.
L'inflazione non è l'unica variabile macroeconomica in gioco. Il report sui non farm payrolls degli Stati Uniti di venerdì, superiore alle attese con 139.000 posti di lavoro rispetto a una previsione di 130.000, ha riacceso la forza del dollaro e ha fatto scendere il prezzo dell'oro di oltre l'1%, ma il BTC "è rimasto visibilmente immutato", ha osservato QCP. La stessa divergenza è evidente questa mattina: i futures azionari statunitensi sono leggermente più deboli, il prezzo dell'oro è sostenuto dalla domanda di beni rifugio, e il bitcoin è scambiato praticamente invariato.
La geopolitica potrebbe fornire la scintilla che i dati sull'inflazione finora non sono riusciti ad accendere. Oggi (lunedì), alti funzionari statunitensi e cinesi si riuniscono a Londra in quello che entrambe le parti definiscono un tentativo di raggiungere un accordo commerciale limitato che ridurrebbe le minacce di controlli all'esportazione e una miriade di dazi di ritorsione. Questi colloqui sono significativi per il settore delle criptovalute,